Numerosi fossi vengono chiamati “Scoladore”, e nel bacino Bresega, nella zona di Cambio ve ne è più d’uno.

L’area è quel che si suol chiamare “aperta campagna”; un tempo, qualche secolo fa, prima della “Rivoluzione delle macchine” con la costruzione degli impianti idrovori, fu costruito un canale rettilineo, il Bresega, che da San Bortolo di Rovigo (sull’Adigetto in sinistra a valle del ponte “Fonderia”-via Belfiore vi è ancora il resto della chiavica origine) dopo circa 20 Km piegava a sud percorrendo altri 7-8 Km parallelamente all’Adigetto per sfociarvi poi a Grignella mediante una chiavica i cui resti sono stati recentemente ripuliti.

Le vicende dello scarico verso valle sono legate alle sorti di Botti Barbarighe, ma questa è un’altra storia.

La bonifica del passato era realizzata dai privati i quali investivano sulle terre paludose e, una volta bonificate, ne traevano reddito.

Per far questo i proprietari si associavano in consorzi e nel Bresega fin dal XV secolo si trovano documenti che regolavano i rapporti tra i soci-consorziati.

Questi realizzavano le colmate, i traversagni, il canale principale (nel nostro caso il Bresega) e gli affluenti per l’appunto le “Scoladore”.

Adesso andiamo all’agriturismo “La Carezzà bella” bisognerebbe prenotare ma vediamo se un bel piatto di minestra di fagioli ce lo danno.

Alla prossima.