Cosa vi fa pensare il termine Bagnacavalla?

In passato il Polesine è stata una terra agricola e molto legata al bestiame, dove le proprietà costruivano prima le stalle e le scuderie delle case.

Anche durante il periodo austriaco, l’economia era ancora prevalentemente basata su agricoltura e allevamento; il cavallo polesano divenne famoso in tutta Europa come la migliore razza di cavalli per il traino di carrozze.

Bagnacavalla è quindi un toponimo che ben identifica un’epoca oramai tramontata dove i canali servivano anche ad abbeverare gli animali.

Anche la fiera di Rovigo è legata tradizionalmente al mercato del bestiame.

Iniziata il 12 agosto 1482, giorno in cui Rovigo passò dal dominio estense a quello della Repubblica di Venezia, dopo che la guerra “del sale” aveva avuto esiti disastrosi per la città e la provincia.

Il ducato di Ferrara aveva esasperato la popolazione con requisizioni di grano e di bestiame, tanto che i rodigini inviarono ambasciatori al doge Giovanni Mocenigo per sottomettersi volontariamente al dominio della Serenissima.

Ecco quindi il giorno di festa in cui mercanti e compratori si incontravano.

La fiera venne istituita il 9 ottobre, “Ad perpetuam rei memoriam della gloriosa felice entrata della vostra Ducal Signoria in quella vostra terra di Rovigo si abbia a fare una Fiera libera et esente da ogni dazio e gabella per lo vendere et comprar, per lo entrare et uscire, et comprar d’ogni e qualunque robba, bestiame et mercanzia si conducesse et cavasse di detta Terra, nonostante ordene che fosse contrario”.
I proventi della fiera erano destinati ad opere di pubblica utilità, al territorio e agli stessi mercanti.

Nel 1524 la data venne fissata al 20 di ottobre con inizio alle 14 e durata di 8 giorni.

Nel 1822 fu istituito il “Marti franco”, esente da dazi e gabelle, che doveva cadere il primo martedì dopo il 20 ottobre.

Verso la metà dell’800 alla fiera venne abbinata la stagione delle corse ippiche, che continuò fino agli anni’60 del Novecento.

La fiera di Rovigo era una delle più importanti del Veneto, famosa per i cavalli e i bovini di razza selezionata e di proprietà dei nobili.

Il terreno, ricco d’acqua e pascoli, favoriva la crescita e la robustezza degli animali, ottimi per il traino anche nei percorsi fangosi.

L’allevamento dei cavalli fu una delle poche risorse del territorio e durò fino all’inizio del XX secolo, quando la bonifica dei terreni paludosi eliminò i pascoli.

Tornando a Bagnacavalla, il canale ricade nei comuni di Pincara e Fiesso Umbertiano e tortuosamente segue un antico traversagno che collega Fiesso verso il Passo di Villamarzana, antica via di comunicazione fin dai tempi dei Romani.

E adesso…

Proviamo ad andare a Fiesso dove c’è un localino interessante, “L’osteria” che prepara piatti tradizionali e polesani…ah il salame è eccellente!

Alla prossima.