Malopera: il significato letterale è di opera riuscita male, ma vediamo perché.

Tutto cominciò con una guerra… strano!

La Repubblica di Venezia era da tempo in “contrasto” con i Visconti di Milano per il controllo di Bergamo, Brescia e la Val Camonica. Durante l’offensiva del 1431-1433 l’esercito milanese si era già trovato nella necessità di trasportare una flotta dal Po all‘Adige; per fare ciò, era stata aperta una rotta all’altezza di Castagnaro, affinché le acque dell’Adige allagassero le Valli Grandi Veronesi e rendessero possibile il collegamento. Questo evento, conosciuto come la “rotta di Castagnaro” del 1432, portò alla nascita del canale Castagnaro (oggi estinto), che sfociava nel Tartaro all’altezza di Canda.

Fin dal 1395 il Polesine era sotto l’amministrazione congiunta di Venezia e Ferrara, in quanto era stato dato in pegno dagli Estensi in cambio di un cospicuo prestito. Dato che gli Estensi erano imparentati con i Gonzaga di Mantova, che si erano alleati con Milano, i Veneziani decisero, per ottenere la loro neutralità, di estinguere il debito e restituire il Polesine, che tornò così estense nel 1438.

Si narra che l’esercito dei Gonzaga, allo scopo di allagare le Valli Grandi Veronesi e permettere così a una loro flotta di transitare dal Po all‘Adige e attaccare il dominio veneziano, provocarono la rotta dell’Adige tra Castagnaro e Badia; in realtà la cosa non andò come previsto (da cui il nome “Malopera“): il canale così aperto non aveva la pendenza giusta per riversarsi nel Castagnaro e le acque disalveate invasero le campagne.

È però possibile che gli storici successivi abbiano fatto confusione con la precedente rotta del Castagnaro e che si sia trattato in realtà di una rotta provocata da una piena dell’Adige.

Qualunque sia stata la causa, tutto il Polesine fu allagato, le popolazioni furono duramente colpite, l’economia fu distrutta e le opere di bonifica idraulica realizzate fino a quel momento furono devastate dall’alluvione.

Malopera, quindi, un’opera fatta male!

Oggi il canale Malopera è utilizzato per l’irrigazione dell’area di Giacciano con Barucchella, Badia e Pissatola e riceve le acque in parte direttamente dall’Adige alla Bova Zecchino ed in parte dall’Adigetto mediante il collegamento denominato “Variante Francavilla”.

“Allora, stavolta dove ‘ndemo?”
“Te si bituà massa ben! Can da l’ostregheta!”
A te porto alla “Baita” proprio tacà al Malopera, la parona, che l’è ‘na russa, l’è braveta e la sa fare de chi sugheti come Dio comanda”.

Alla prossima.